lunedì 24 marzo 2014

E' una notte come tante. Brendan Connor si trova in una stanza dai confini strani, non definiti. Nudo, il corpo sudato. I capelli a sfiorargli la fronte. Al suo fianco una donna. Il corpo perfetto ma privo di volto. Una nuvola distorta a celarlo per impedirgli di vedere. Scivola tra quelle braccia con lentezza. E' violento, animalesco. Lascia i segni sulla pelle. Non sembra voler lesinare niente. Neanche l'anima che si mescola con quella della donna sotto di lui, dentro cui scivola con il solo scopo di annullare i sensi e sè stesso. I muscoli della schiena che si muovono, che guizzano sotto la pelle ad ogni spinta. Le braccia protese a sostegno del corpo. Le mani affondare tra i cuscini e tra quei capelli neri. Ringhia anche, come un animale in gabbia mentre si arrotola tra le lenzuola. Mentre si mescola in un letto che non gli appartiene. L'amplesso dura poco. E' questione di un attimo. Scivola al fianco della donna con il respiro mozzato. Il cuore che gli batte nella gola. Non è soddisfatto però. Non sembra neanche lontanamente appagato. Scivola giù dal letto con velocità. Con quella cicatrice sul fianco che luccica appena quando i raggi della luna ne raggiungono la perfezione quasi statuaria. E' un attimo ed il pacchetto di sigarette è tra le sue mani. Lo guarda per un breve istante. Qualcuno, dietro di lui, ne osserva la forma perfetta dei glutei invitandolo a tornare da lei. Rigira appena il pacchetto di sigarette tra le dita poi sorride. Scuote il capo e lo ripone di nuovo sul tavolo. Lo accarezza appena. La notte è ancora lunga purtroppo ma forse, in quel momento, ha deciso di non fumare. L'ha fatto per lei. L'ha fatto per sè stesso. Forse, semplicemente, per entrambi.

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